Poco meno di due settimane fà, in quel di Milano nel centro sportivo Kick Off, si è tenuta la quarta edizione del clinic internazionale di Milano per allenatori di calcio 5. Un’appuntamento dedicato a tecnici di diversi paesi e tradotto in quattro lingue: italiana, inglese, spagnola e portoghese al quale hanno partecipato più di 100 allenatori provenienti da tutto il mondo. Insieme a loro, anche il tecnico catanzarese Paolo Carnuccio che ha scelto, per il terzo anno consecutivo, di assistere alle tante ore di lezione svolte da tecnici di caratura internazionale, quali José Venancio Lopez Hierro ( allenatore della Nazionale spagnola), Cèsar Arcones ( preparatore dei portieri della nazionale spagnola), Eduardo Garcìa Belda “Miki” (Allenatore di III livello della RFEF), Andrès Sanz Sanchez (allenatore At. Madrid Navalcarnero 1ª divisione femminile) Pablo Prieto (Direttore sportivo per la RFEF). Al suo rientro nel capoluogo di Regione, abbiamo fatto qualche domanda a mister Carnuccio per saperne un pò di più su quest’importante e seguitissimo clinic.
Ciao mister due settimana fa sei stato a milano per il clinic che esperienza è stata?
Come sempre estremamente interessante e molto formativo, ogni anno il clinic di milano contiene delle nuove tematiche che accrescono il bagaglio di informazioni che un allenatore deve avere. Poi è sicuramente molto utile anche per lo scambio di esperienze tra i vari colleghi partecipanti. Si fanno sempre delle nuove amicizie che durante il corso dell’anno si approfondiscono e si consolidano sui valori più importanti della stima e della condivisione.
Questo è il terzo anno consecutivo che vi partecipi qual è stato l’argomento che più ti è piaciuto
I contenuti variano, vengono trattate tutte le fasi di gioco, ad esempio quest’anno i relatori si sono soffermati in particolare sulle transizioni offensive, sul portiere di movimento, sulla finalizzazione, su alcune situazioni difensive e su alcuni lavori tipici del portiere. Le lezioni sono teoriche e pratiche, sono svolte con altissima professionalità, mediante esercitazioni ed analisi di numerosi video. Diciamo che non esiste un argomento che in questi tre anni non possa essere piaciuto ma se proprio devo sceglierne uno ti dico, a livello personale, che la difesa individuale con cambi di Venancio Lopez è stato qualcosa di speciale per il modo con cui veniva spiegata e poi adattata alle varie esercitazioni pratiche.
Questi clinic sono tenuti da mister professionisti che allenano ad alti livelli e dunque riportano le loro esperienze ed il loro modo di operare durante la settimana, pensi che queste strategie possanon essere applicate anche nelle serie minori.
Intanto credo che l’offerta formativa sia talmente elevata da non poter essere trascurata per il bagaglio tecnico di un allenatore di futsal. Venancio Lopez allenatore della nazionale spagnola ti viene la voglia di ascoltarlo sempre, e così tutti gli altri mister di scuola spagnola, per cui a prescindere dalla categoria che alleni, o se alleni nella stagione, un occasione di questo genere devi fare di tutto per non lasciartela sfuggire. Poi penso che l’applicazione delle informazioni che ricevi al clinic sulle varie fasi di gioco possa (anzi debba altrimenti cosa ci vai a fare!) essere tranquillamente trasferita alla squadra che alleni e non sia un problema di categoria. E’ chiaro però che devi sempre calarla nella realtà che hai a disposizione, è evidente ad esempio che la tattica/tecnica individuale si può allenarla di meno, o magari per niente, nelle categorie importanti dove si intende già per acquisita nel contenuto del bagaglio tecnico del giocatore che si presume già formato, oppure la possibilità di svolgere tre –quattro sedute di allenamento difficilmente si può trovare nelle categorie provinciali, con conseguenti problemi sulla perfetta identità di risultato che ti sei prefissato. Ma ciò non deve costituire un problema, l’importante è capire fino a che punto puoi trasmettere quel tipo di informazione , o magari correggere quel tipo di errore nell’esercitazione, tenendo sempre presente i principi da applicare.
E magari ti accorgi che ad esempio nel settore giovanile puoi trovare ragazzi con tanta recettività che imparano subito quel movimento, o nella più bassa delle categorie trovi un gruppo che ti segue razionalizzando al massimo il poco tempo che hai a disposizione durante la settimana. Si possono raggiungere obiettivi anche nelle serie minori o nel settore giovanile, si possono trovare soddisfazioni anche lì dove pensi che sia impossibileformare giocatori di futsal. Io penso che un allenatore non deve smettere mai di imparare e conoscere quanto è più possibile tutte le dinamiche di gioco. Il futsal si modifica e si trasforma sempre in costante evoluzione. Una volta acquisite le informazioni allora si prova a metterle in pratica senza avere la pretesa di raggiungere l’obiettivo ma cercando di razionalizzare ed ottimizzare il lavoro a seconda del materiale che si dispone sempre nell’ottica di far crescere il giocatore e la squadra.
Se dovessi scegliere tre allenatori per organizzare un clinic chi sceglieresti e perché
Che domanda, dovresti farla a chi il futsal lo conosce meglio di me (in Calabria ci sono allenatori bravissimi che hanno maturato competenza ed esperienza ormai ai massimi livelli, basti pensare alle squadre che militano nelle massime categorie nazionali o regionali ed ai vari tecnici calabresi da esempio per tutti). Non sono minimamente in grado di farti i tre nomi che vuoi. Tuttavia dalle varie esperienze dei clinic,la mia idea è quella di invitare un italiano uno spagnolo ed un brasiliano. Cioè i tre maggiori rappresentanti delle tre scuole di futsal più importanti nel mondo. Gli darei un argomento, una specifica fase di gioco e li metterei a confronto. Sarebbe il massimo per chi vuole imparare.
Dopo questa esperienza pensi che cambierà il tuo modo di interpretare il futsal?
In Spagna tendenzialmente si gioca in modo diverso dall’Italia. Ci sono delle dinamiche e degli sviluppi completamente diversi. Anche le caratteristiche dell’interpretazione del ruolo sono diverse (ad esempio l’ultimo sviluppa tantissimo in fase di possesso al contrario di quello che spesso si vede sui nostri campi, o il modo di difendere è decisamente più dinamico e razionale). L’importante è conoscere entrambe (tutte) le esperienze, penso che l’interpretazione del tuo gioco, del tuo futsal, non dipende da una scelta che fai, se ti piace l’uno o l’altro modo di giocare, come vuoi attaccare o come difendere, quale sistema di gioco preferisci (3-1.2-2.4-0), se ti piace il portiere di movimento che ora va tanto di moda, ecc.
Le tue scelte possono dipendere, ed in certi casi devono dipendere, dal materiale umano e dalle strutture che hai a disposizione, dal progetto che vuoi iniziare, dai risultati che vuoi raggiungere.Un allenatore che vuole interpretare il futsal in modo rigido solo con la sua idea fissa è destinato prima o poi ad avere delle delusioni. Ecco perché, ed è una mia personalissima opinione, sia fondamentale conoscere ogni dettaglio delle fasi di gioco, approfondire ed imparare l’evoluzione, formarsi a nuove esperienze. Solo in questa maniera sarà possibile adattare ogni fattore a disposizione, ottimizzare il lavoro settimanale e provare a raggiungere le personali soddisfazioni ed i risultati prefissati. Tutto è relativo, le tue idee per una settimana o per una gara sono le migliori e ti fanno vincere ma poi quando cambiano determinati fattori strutturali o umani durante la settimana oppure la squadra avversaria ha preso le contromosse durante la gara successiva, allora devi avere l’umiltà e la flessibilità di dover cambiare. E per fare questo devi far ricorso alle tue conoscenze al tuo percorso di formazione, ai tuoi necessari e costanti corsi di aggiornamento.
Grazie mister come sempre per la tua disponibilità e per la passione che ci trasmetti.
Grazie a voi e un saluto a tutti i componenti della redazione.