Alla Morrone era già arrivato lo scorso anno ma, visto lo stop praticamente dopo pochissime partite causa Covid, di Elio Andreoli si erano soltanto intraviste le doti. E non si parla di doti tecniche considerato che quelle sono quasi scontate per un portiere che è assolutamente uno dei più forti di tutta la regione da tanto tempo ormai e che, se solo avesse avuto un po’ di fortuna in più nei momenti clou della carriera, avrebbe potuto dire la sua anche in categorie superiori. Quello che si sta apprezzando adesso sono soprattutto le doti umane. Quelle di leader e chioccia dello spogliatoio. Per Andreoli, classe 1992 di Guardia Piemontese, quest’anno anche i galloni di capitano. Un’eredità pesante visto che prende la fascia che è stata di Roberto Granata fino all’estate scorsa. Ma allo stesso tempo portata al braccio con tanta consapevolezza ed umiltà.
«E’ la prima volta che indosso la fascia e che fungo da chioccia per un gruppo così giovane. Oggi posso però dire che è molto stimolante e che tutto questo mi sta permettendo di crescere sotto l’aspetto caratteriale. C’è da dire, però, che tutti si mettono a disposizione all’interno della squadra e della società Morrone».
Una squadra giovanissima che sta sorprendendo tutti. Quali sono i segreti di questa Morrone?
«Credo che la compattezza dello spogliatoio sia un elemento fondamentale per quello che stiamo facendo. Siamo un gruppo di amici e questo influisce molto sull’andamento dei match. Riusciamo a far venire fuori in nostri valori anche nelle difficoltà. Non mi è capitato spesso in carriera di trovare un’armonia simile. Devo dire che il sentiero imboccato è quello giusto».
A proposito di giovani, quali sono tra i suoi compagni quelli che si stanno mettendo più in evidenza e chi tra di loro potrebbe provare a dire la sua anche in categorie superiori?
«Sicuramente ci sono tanti ragazzi che meriterebbero ben altre categorie, anche perché diversi di loro hanno già assaggiato un altro tipo di calcio provenendo da settore giovanili di club professionistici. Apro una parentesi a riguardo: è inconcepibile che con la qualità che si ritrovano e vedendo in giro il livello che c’è, calciatori così bravi non militino ai piani di sopra solo a causa di convinzioni di allenatori che non hanno creduto in loro. Se devo fare qualche nome posso dire che Trombino, Cardamone, Nicoletti, Misuri e Salerno hanno prospettive importanti e possono ovviamente provare a puntare in alto».
Una Morrone che anche in classifica sta facendo benissimo visto anche il secondo posto. Dove può arrivare questa squadra, dove deve migliorare secondo lei e quali sono le insidie della trasferta del prossimo turno in casa della Bovalinese?
«Abbiamo ancora ampi margini di miglioramento e possiamo dire la nostra fino alla fine. Dobbiamo però migliorare alcune situazioni, specialmente nella gestione del match in determinati frangenti. Siamo desiderosi di crescere senza mai dimenticare il mantra che ci ha contraddistinto e portato avanti finora. Ovvero quello dell’umiltà. La Bovalinese? Mi aspetto che facciano qualche innesto, ma non mi preoccupo molto degli avversati. Preferisco concentrarmi su di noi gara dopo gara. Di sicuro ci sarà un ambiente caldo, ma la Morrone proporrà il proprio calcio come sempre».
Tante esperienze in carriera tra Serie D ed Eccellenza con le maglie di Amantea, Sambiase, Paolana, Nuova Gioiese, Castrovillari, Acri e Trebisacce, prima della tappa in Promozione con il Belvedere dove ha vinto il campionato. Dopo le poche partite dell’anno scorso già in maglia Morrone, ritorna questa stagione in Eccellenza. Come ha ritrovato la categoria e quali sono gli attaccanti che teme di più?
«Non abbiamo affrontato tutte le squadre e quindi per il momento non posso dare un giudizio completo. Sicuramente rispetto agli anni precedenti è cambiato qualcosa ed è evidente. Si tocca con mano un ricambio generazionale, magari con un abbassamento del livello qualitativo del torneo che forse nel tempo ha perso anche tanti protagonisti. Gli attaccanti che temo? Finora sinceramente non mi ha impressionato nessuno. Anzi sì: i nostri. Ed avendoli in squadra li temo soltanto nelle partitine di allenamento visto che mi fanno sempre gol».
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