
“Chi vince festeggia, chi perde spiega” (J. Velasco)
Oggi tocca a noi spiegare i motivi della sconfitta subita ieri a San Calogero per 3 a 2.
Partita maschia, come spesso ci capita, giocata a viso aperto fino al 94′. Iniziamo non al meglio, un po’ nervosi e la palla che scotta nei piedi. Ma le prime tre palle gol sono nostre. Pecchiamo ancora sotto questo aspetto, costruiamo tanto, ma concretizziamo poco. Alla prima occasione i locali ci puniscono, punizione laterale, palla respinta dalla nostra difesa che arriva sui piedi di un loro calciatore, che di collo esterno di controbalzo insacca sotto l’incrocio. Il gol della domenica anche oggi ce lo mettiamo in saccoccia. Ripartiamo, ma convinti di ribaltare la partita, del resto la palla ce l’abbiamo quasi sempre noi, loro giocano di rimessa e lanciano sempre lungo (non ricordo tre loro passaggi di fila in tutta la partita). Sfioriamo il gol, ma una nostra ingenuità, rigore regalato perché poco lucidi, ci porta sul 2 a 0. Gol che poteva tagliarci le gambe, ma noi continuiamo a macinare e passano appena due minuti, che con una bella azione andiamo ad accorciare le distanze. In quel momento possiamo cambiare le sorti della partita. Due palle gol clamorose. Una da mettersi le mani nei capelli, 2 vs 1 (l’1 era il portiere). Ma da un altro calcio piazzato, regaliamo un fallo da dietro a difesa schierata che nemmeno nei giovanissimi, prendiamo il 3 a 1. Finisce il primo tempo. Entriamo negli spogliatoi, ma sappiamo bene che possiamo ribaltarla, abbiamo tutte le carte. Stiamo giocando meglio, ne abbiamo di più fisicamente, modifichiamo qualcosa ed entriamo in campo. Il secondo tempo è tutto nostro. Loro sono sofferenti, ma noi non troviamo il guizzo giusto per accorciare le distanze. Troviamo il gol al 90′ e decidiamo di giocarci il tutto per tutto. Ci mettiamo 2-4-4, tanto perdere 3 a 2 o 4 a 2 è lo stesso. Ci crediamo ancora e al 94′ abbiamo la palla giusta, ma da pochi passi, non riusciamo a metterla dentro. Finisce così una partita che se avessimo pareggiato ci stava stretto, invece non prendiamo punti. Il calcio è così. È bello per questo. Usciamo sconfitti, ma siamo consapevoli che ci siamo. Siamo squadra. I complimenti dei tifosi avversari e della squadra locale, ci danno ancora più motivazione e voglia di fare meglio, ma io le labbra me le sto mangiando ancora ora. Mi ripeto come si può perdere una partita di queste. Ma è così. Ci rifaremo. Aspettando buone notizie e con l’augurio di una ripresa del campionato (24 novembre), noi continueremo singolarmente ad allenarci. Così da farci trovare pronti alla ripresa. È un campionato strano, può succedere di tutto ed è un peccato non avere tifosi che ci spingano nei momenti difficili. Mi auguro che si possa riprendere e che i nostri tifosi abbiano l’opportunità di venire a sostenerci. Lo sport è un bene di tutti. Lo sport è un bene essenziale.