Come un’araba fenice, il Pernocari è rinato dalle proprie ceneri e, dopo tanti anni, è tornato ad assaporare la gioia per una promozione. Un salto di categoria al secondo anno di attività della nuova società, con il presidente Pagnotta che ha scelto l’uomo giusto, mister Nicola Currà, per provare ad alzare l’asticella. Già confermato in vista del prossimo campionato di seconda categoria, il tecnico ha centrato, di fatto, la promozione, alla prima esperienza in panchina. Secondo in classifica dietro la corazzata Piscopio nel girone G di terza, il Pernocari ha chiuso con la miglior difesa del girone (13 reti incassate) e con una striscia positiva che lo vedeva reduce da sei risultati utili consecutivi (5 vittorie ed un pari), ma in generale con una sola sconfitta, proprio a Piscopio, dal 13 Gennaio in poi. Un cammino che gli ha permesso una certa continuità e, soprattutto, un distacco importante rispetto ad altre squadre accreditate la scorsa estate per il salto di categoria. Abbiamo ripercorso tutte le tappe della stagione pernocarese con il dirigente Pasquale Maiorano.
Al secondo anno di attività arriva la promozione in seconda categoria, da seconda classificata. Una grande gioia per una piccola frazione di un comune che annovera diverse altre compagini in categoria superiore e che mastica calcio. Da dove nasce il progetto Pernocari e in che modo avete costruito questa promozione?
Il progetto Pernocari, ovvero la rinascita del Pernocari, nasce da un’esigenza di ritornare al calcio giocato di questa piccola frazione, che mancava ormai da troppi anni. Nasce per merito di un gruppo di amici che, mosso da spirito sportivo, hanno voluto far respirare, di nuovo, aria di terra battuta ai cittadini pernocaresi. Questo è stato per il primo anno, poi la scorsa estate con tanto entusiasmo, la dirigenza si è di molto ampliata e qualificata, ed ecco che di colpo è arrivata la promozione. Non è assolutamente un caso, ma frutto di un gran lavoro da tutti specie di chi “dietro le quinte”, grazie all’impegno di tutte le componenti societarie ed anche per merito di chi fa il lavoro sporco, come la sistemazione spogliatoi, tiratura del terreno di gioco, squadratura, ecc; insomma, un gran bel gruppo che non ha lesinato impegno per i colori verde/arancio. Quindi, la promozione stata costruita attraverso il lavoro della società sportiva e naturalmente, per quanta riguarda per i meriti sportivi, dall’allenatore e dai calciatori che ogni fine settimana scendevano in campo. Sono state fatte delle scelte precise e alla fine il risultato finale ci ha ripagato di tutti gli impegni. Per via dell’pandemia il campionato è stato bloccato sul più bello che ha negato a noi di arrivare fino in fondo negandoci qualche altra piccola soddisfazione… chissà che non sarebbe arrivato anche il primo posto, a scapito della corazzata Piscopio!
Le tre sconfitte nel girone di andata non hanno minato le certezze, i dodici punti in quattro gare in quello di ritorno hanno determinato l’esito finale. In cosa è stato più bravo degli altri questo Pernocari e che campionato è stato quello andato ormai in archivio?
Proprio quello che si diceva nella parte finale della prima domanda. Il vero Pernocari è quello delle quattro vittorie consecutive del girone di ritorno e non quello visto in precedenza. Ma tutto non è un caso. Quest’anno, oltre la rivoluzione pressoché societaria, si è deciso di puntare su un allenatore che poteva per molti essere una scommessa, ma noi eravamo convinti di vincerla. Questa scommessa vincete ha un nome e si tratta di Nicola Currà. Non basterebbero poche righe per descriverne le sue eccelse qualità da calciatore, ma una volta appese le scarpette al chiodo, o meglio quasi appese visto le sporadiche volte che è sceso anche lui in campo, ha voluto con grande entusiasmo sedersi in panca e dirigere ed insegnare ai suoi giovani calciatori il calcio giocato visto da chi ha saputo interpretalo al meglio. Quindi, il Pernocari, parafrasando la crescita di un bambino, ha avuto una crescita esponenziale, inciampando un po’ all’inizio e correndo poi nella fase finale, quando i nuovi meccanismi sono stati ben recepiti dai calciatori. È pur vero che con il mercato di dicembre è approdato qualche calciatore che ci ha permesso di giocare un calcio più propositivo ed i risultati sono stati sotto gli occhi di tutti. Per questo, aleggia a Pernocari un pizzico di rammarico, per quello che sarebbe stato, senza l’interruzione prematura di questo campionato. Perché se andiamo ad analizzare i risultati, pesano molto i punti lasciati in casa a favore di squadre, con tutto il rispetto, non proprio superiori alla nostra, anzi. L’unica sconfitta vera maturata nel girone di andata è stata quella di Piscopio, anche con qualche recriminazione, ma se non si lasciavano per strada altri punti, facilmente raggiungibili, alla fine sarebbe stata un’altra storia e lo scontro diretto in casa con il Piscopio avrebbe assegnato certamente la palma di miglior squadra del campionato. Questo non lo diciamo perché ci sentiamo siamo spavaldi e sottovalutiamo le squadre avversarie, anzi rispettiamo davvero tutti, perché alla fine tutte le partite hanno avuto le loro difficoltà per la bravura di tutte le compagini. Infine, comunque, ha vinto la squadra più attrezza e costante durante tutto il campionato, complimenti a loro.
La seconda categoria è ormai una realtà. Immaginiamo che la società stia lavorando in vista della prossima stagione. Quali sono gli obiettivi e che novità possiamo aspettarci?
Certamente, non siamo rimasti a guardarci ed aspettare… perché come sempre si dice “chi prima arriva meglio alloggia”. La promozione era nell’aria, abbiamo aspettato l’ufficialità per muoverci in modo concreto. Numerose sono state le riunioni già da subito tra i dirigenti societari. In primis è stato, naturalmente, prolungato il rapporto con mister Currà e sono circolati i primi nomi per aumentare qualitativamente la rosa, seppur già ottima, consapevoli che il tasso tecnico è maggiore in seconda categoria rispetto ad una terza. L’obbiettivo finale è quello di giocarcela con tutte le squadre presenti nel girone di prossima formazione del campionato, sicuramente si saranno tante squadre con già molta esperienza, ma noi vorremmo essere già da subito la rivelazione. Come detto, non siamo sfrontati o presuntuosi, ma abbiamo imparato che con l’impegno e con i giusti ingranaggi sportivi si possono ottenere eccellenti risultati. Vogliamo crescere sempre più, non lasceremo niente di intentato, poi quello che verrà non lo sappiamo, ma punteremo per i posti a ridosso delle prime, questo è sicuro.
Chiudiamo con una domanda che ci incuriosisce. Senza troppi giri di parole, c’è la possibilità di unione tra due o tra tutte le compagini cittadine, per un progetto forte che possa abbracciare il territorio in una categoria che Rombiolo merita, magari la promozione. Oppure andrete avanti con le vostre forze e le vostre idee percorrendo la vostra strada, da soli?
Ecco!!! Bella domanda. Risposta secca: Andremo avanti con le nostre forze e da soli. In passato, il tentativo di unione è stato fatto e il risultato è stato la fine del calcio pernocarese. Perché dopo l’amara “fusione” che ha portato alla disputa del campionato di promozione e la successiva vendita del titolo sportivo, il calcio a Pernocari è stato di fatto chiuso per decenni. Mentre Rombiolo è ripartito riportandosi meritatamente in campionati più blasonati, Pernocari è rimasto al palo, perdendo tutto quello che di buono si era costruito negli anni passati, arrivando fino al campionato di prima categoria. Per questo, ora che si è ritornato a respirare calcio, con tutta la cittadinanza che ci segue e ci incoraggia, sarebbe un passo sbagliato cercare l’unione. È vero che un piccolo comune, come quello di Rombiolo, sostiene tre squadre, non dimentichiamo l’Orsigliadi in seconda categoria, ma è pur vero che nonostante gli ottimi rapporti tra tutte le società, continueremo a fare calcio da soli.