Partiamo dalla fine di questa partita incredibile, dove il Bocale ADMO ha sprecato almeno una decina di nitide palle-gol, rimediando allo svantaggio iniziale solo con il pareggio di Foti, agevolato da una deviazione. Il Filogaso ha retto i lunghi assalti durati per gran parte del primo tempo e per tutta la ripresa. La partita è di quelle stregate dove la palla non vuole entrare, Leo Secondi è costretto ad uscire per infortunio al 35′ del primo tempo, mentre Fava viene espulso allo stesso minuto della seconda frazione. Capitan Saviano ha fatto il proprio ritorno in campo dopo un mese passato ai box, subentrando a Carbone che le ha provate tutte per superare il portiere ospite Vallone, 44 anni, in assoluto migliore in campo. Al 90′ Guerrisi finisce a terra in area ma l’arbitro lascia correre tra le proteste; al 92′ il guardalinee annulla una rete probabilmente buona sugli sviluppi di un corner, causando proteste ancor più feroci. Inconsapevolmente, queste proteste nel recupero, sommate al tempo perso dalla squadra ospite per operare le sostituzioni oltre il 90′, saranno di grande aiuto al Bocale. Dopo i 5′ di recupero inizialmente accordati ma durante i quali non si è quasi giocato, l’arbitro decide infatti di prolungare l’extra-time, e al 96′, quando tutto sembrava inutile, accade: punizione magistrale di Laurendi, in mezzo spicca il Capitano, l’intramontabile Cosimo Saviano, che di testa riesce infine a superare Vallone, siglando il gol che vale una vittoria pesantissima sotto molteplici punti di vista.
In un finale rovente sono esplose le fortissime emozioni accumulate nell’arco dei 90′ vissuti dai ragazzi di Laface alla costante ricerca del gol, dopo la rete subita al 9′ ad opera di Macrì, bravo ad approfittare dello scontro in uscita tra Dagostino e un avversario e insaccare senza che nessuno si frapponesse tra lui e la porta. Sarà di fatto l’unica incertezza in fase difensiva di tutta la partita, ma sarebbe potuta costar carissima, in virtù delle tantissime occasioni sprecate. Il duello tra Carbone e Vallone si è sempre risolto in favore di quest’ultimo, e quando il Toro è riuscito a superarlo con un pallonetto, pur calciando in precario equilibrio, a negare la rete ci ha pensato il palo, ennesimo segnale di una giornata storta. L’infortunio di Secondi, una ricaduta dopo il recente stop, un Filogaso accorto e arroccato a difesa del risultato, a creare una densità tale che colpire diventava impossibile, sembravano presagire il peggio. La prima riscossa arriva un minuto dopo l’infortunio dell’argentino, con la sponda di Carbone e la bordata dalla distanza di Peppe Foti, che deviata, diventa imparabile per Vallone.
Nell’arco dell’intero match anche Laurendi ci prova in ogni modo, ma tra lui e il gol non c’è mai Vallone, perché che sia un colpo di testa, un tiro di controbalzo, un sinistro da fuori o un calcio di punizione tagliato e velenoso che nessuno devia, l’esito è sempre uguale: fuori per questione di centimetri. Anche Saviano prima di andare a segno si è visto fermare dal portiere ospite, un colpo di testa da distanza ravvicinata dopo la punizione dell’instancabile Totò smorzata dalla barriera; di fatto, le prove generali per quello che sarebbe poi stato il gol-partita.
Alla fine la protesta è stata del Filogaso, per il recupero eccessivo e il gol subito un minuto oltre i 5′. Nonostante il risultato, anche mister Laface a fine gara era parecchio contrariato per le troppe occasioni fallite, per la scarsa concentrazione nell’occasione del gol subito, per il poco cinismo. per aver forse sottovalutato l’avversario, ma soprattutto per aver dovuto attendere il 96′ per vincere una partita dominata in lungo e in largo. Ma la giornata storta ha avuto infine un dolce epilogo, anche in virtù degli altri risultati, con la caduta interna della Bagnarese contro la Bovalinese che avanza di prepotenza e il pareggio dell’Africo a San Gregorio; al momento Bocale al comando con un punto sul Gioiosa, di scena a Maida. Le gare del sabato sono state ulteriore dimostrazione del fatto che in questo torneo l’equilibrio è tale da non potersi permettere distrazioni e che tutto può sempre succedere.