
Intervista esclusiva al tecnico della Kennedy Aquile promosso in Seconda Categoria dal girone E di Terza (in attesa dello spareggio per il primo posto contro lo Stalettì). Mister Alberto Curti risponde alle tre domande di CALABRIADILETTANTI.
Una stagione meravigliosa della sua squadra conclusa nel migliore dei modi, con la promozione alla categoria superiore. Ma se ripensa a tutto ciò che è stato vissuto, da giorno in cui avete iniziato la preparazione al campionato ad oggi che tutto è diventato storia, cosa le viene da dire. Ripercorriamo insieme le tappe di questa fantastica stagione.
A dire la verità questa meravigliosa promozione affonda le radici nella fine della scorsa stagione dove una squadra che non aveva obiettivi sportivi da raggiungere si è compattata e con orgoglio e passione verso questo sport ha battagliato alla pari con le squadre che dominavano il campionato battendo anche la corazzata Tiriolo in corsa per la promozione diretta e costringendolo addirittura a disputare i play off poi meritatamente vinti. Da lì, la consapevolezza che con un gruppo sano come quello che ha chiuso il campionato scorso, puntellato con qualche innesto di qualità, saremmo potuti essere competitivi.
A settembre, poi, all’inizio della preparazione, abbiamo avuto la fortuna e la bravura di fare innamorare della nostra realtà alcuni ragazzi che hanno alzato il livello tecnico ed il livello umano della rosa e, a quel punto, sono stato irremovibile nel resistere alla tentazione di inserire nel gruppo giocatori anche dal curriculum importante che mi si proponevano settimanalmente. D’accordo con il Presidente Rocco Iozzo, e con il mio staff, ho preservato il gruppo e abbiamo ottenuto la promozione con soltanto 20 tesserati, di cui due addirittura fuori sede.
E’ stata una scelta azzeccatissima, perché i ragazzi sono davvero tutti come fratelli e danno tutti il massimo non soltanto per loro stessi, ma anche per i compagni. Si sono sempre allenati tutte le settimane, tre volte alla settimana, facendo anche le 11 di sera, seguendo le mie direttive, divertendosi, e questo è un aspetto che ha fatto sicuramente la differenza.
Quale pensa sia stato il momento decisivo per la vittoria di questo campionato, al di là del giorno della promozione matematica, un momento, una situazione, un aspetto, uno o più calciatori che hanno fatto la differenza in questa stagione.
Come detto sempre all’interno dello spogliatoio ho capito che potevamo competere per la promozione dopo la gara d’andata a Stalettì, una gara spettacolare in cui siamo sempre stati avanti e siamo usciti dal campo con un pirotecnico 4-4. Vedendo le facce dei ragazzi un pò rammaricate per la mancata vittoria dissi loro che il pubblico di casa stava esultando con i propri giocatori e questo significava che se gioivano per un pareggio contro di noi voleva dire una sola cosa e, cioè, che eravamo forti anche noi.
In quel momento nel volto di tutti il rammarico si è trasformato in consapevolezza e sono seguite 11 vittorie e 1 solo pareggio. Se mi chiedi quali giocatori hanno fatto la differenza potrei rispondere il capocannoniere, il capitano, chi ha fatto più assist o chi ha fatto parate decisive, ma ti dico Caroleo, Caruso, De Sarro, Giglio, Moraca, Nicoletta, Verrino, Comito, Fera, Mannarino, Romeo, Sako, Voci, Gagliardi, Nyang, Maida, Romagnino, Froio, Mazziotti, e i ragazzi che si sono allenati con noi,ma che per problematiche burocratiche non siamo riusciti a tesserare ed Emilio Cosco, che ha condiviso con me dall’inizio la filosofia di come si costruisce e si gestisce un gruppo di uomini e di calciatori, oltre ad aver dato il suo contributo in campo e nello spogliatoio essendo, insieme a Ciccio Maida, gli unici over 25 in squadra. I loro comportamenti sono sempre stati da esempio per una squadra che annovera due 2008, quattro 2007 e quattro 2003 e che è entrata in campo in tantissime partite esclusivamente con ragazzi nati negli anni 2000.
Quale sarà il futuro di questa società e di questo gruppo, adesso che è stato fatto un passo importante verso una categoria in cui bisognerà essere ancora più attrezzati.
Questa forse è una domanda che dovresti rivolgere ai vertici della società, ma conoscendo i dirigenti che lavorano per la nostra gloriosa Kennedy e il Presidente Rocco Iozzo sono sicuro che gli obiettivi sportivi potranno essere sempre più ambiziosi, ma senza mai perdere di vista l’aspetto che per noi tutti è importantissimo ed è ciò che ha creato questa bellissima sintonia che ho con il Presidente già da quando mi ha ingaggiato per allenare 4 anni fa la categoria giovanissimi. Sentire la sua fiducia per me è fondamentale, abbiamo sempre condiviso l’idea si cercare di vincere sì, ma sempre attraverso il gioco, il rispetto dell’avversario e formando un gruppo unito ed educato. L’aspetto tecnico è sempre in cima ai pensieri di ogni mister, ma io penso che per ottenere il massimo a livello tecnico bisogna avere a disposizione un gruppo sano che ama il calcio e la maglia che indossa. Molti dei nostri giocatori potevano e potrebbero ottenere riconoscimenti economici da altre squadre, ma sono innamorati del calcio e della Kennedy e ce li teniamo stretti. E’ insieme a loro ed allo staff tecnico composto anche da Stefano Veraldi e Pino Polito che vorremmo scrivere il futuro di questa meravigliosa società.