Un campionato condotto dall’inizio alla fine e vinto con tre giornate di anticipo, 49 punti già in cascina e tredici di vantaggio sulla seconda in classifica. Secondo attacco del girone con 49 reti, migliori difesa con soltanto 11 gol subiti, maggior numero di vittorie (15) ed una sola sconfitta nel percorso, ben dieci le gare senza subire gol. Dulcis in fundo, il rotese Zicarelli capocannoniere con 15 sigilli, al momento. Queste statistiche e questi numeri basterebbero per spiegare la memorabile stagione del Rota Greca, squadra dell’omonimo comune che conta appena mille abitanti, promossa in Prima Categoria per la prima volta nella propria storia, nata dalle ceneri della mitica Rotese, compagine nata nel 1967 e scomparsa qualche anno fa. Abbiamo ripercorso tutto il cammino dei giallorossi attraverso le emozioni e le parole di mister Franzese, colui che è stato a capo di un gruppo che ha letteralmente dominato in lungo ed in largo.
Partiamo dalla gioia e dalla festa di domenica, alla prima esperienza in panchina hai portato il “tuo” Rota Greca per la prima volta nella storia in Prima Categoria. Raccontaci le tue emozioni a riguardo.
Domenica è stato il giorno che ogni rotese ha sempre aspettato. Io sono cresciuto andando a guardare la Rotese e sugli spalti si parlava costantemente della prima categoria come fosse un’utopia. Essendo un piccolo borgo non abbiamo mai avuto le forze economiche per arrivarci, in diversi anni ci siamo avvicinati, ma abbiamo sempre ottenuto delusioni sportive. Ho indossato la maglia giallorossa per 13 anni, passando solo dalla terza alla seconda, e so le difficoltà che si affrontavano per ottenere un traguardo così alto per il nostro paese che fa del calcio una cultura, considerando che questo sport è praticato dal 1967 tra le nostre mura. Quest’anno, però, grazie alla programmazione della nuova società, a cui sarò sempre grato per la fiducia che mi ha dato, siamo riusciti ad ottenere un risultato storico e l’emozione più bella è stata l’abbraccio dei veterani nostalgici del mio paese per aver ottenuto un qualcosa che sembrava non potesse mai arrivare.
Un campionato condotto con grande personalità dalla tua squadra, nettamente favorita e obiettivamente più forte di tutte le variabili che questa stagione ha messo in fila. Che campionato è stato?
Dici bene quando sottolinei “grande personalità”, quello che ci contraddistingue dalle altre rose è appunto la personalità ed il carisma che hanno i miei ragazzi. La mia difficoltà principale era appunto quella della gestione di uno spogliatoio forte, carismatico, dove ogni singolo giocatore aveva alle spalle anni di esperienza in campionati superiori, e in cui la maggior parte delle volte hanno raggiunto i propri obiettivi. Per chi mi guarda da fuori e mi vede come un ragazzo fortunato che si ritrova una rosa forte in cui bastava mettere la formazione tipo per vincere ogni partita, ma in queste circostanze dovevo cercare di motivare una rosa di 25 persone, motivare ogni scelta ed ogni idea di gioco, stimolarli a vincere ogni singola partita. Confrontarsi con una squadra del genere ha potuto solo beneficiarmi per il ruolo che ho ricoperto, e questo bagaglio lo porterò con me per le prossime esperienze.
Quindici vittorie, una sola sconfitta, secondo attacco e miglior difesa, con Zicarelli capocannoniere del girone. Numeri importanti, ma dove pensi che la tua squadra abbia vinto questo campionato?
È stato un campionato non semplice, nonostante i punti di distacco sulle avversarie perché, essendo etichettata come la più forte, ogni avversaria dava il cento per cento pur di non perdere. Ma la personalità e la fame di vittoria in ogni singolo giocatore ha prevalso sugli avversari. Abbiamo avuto diverse difficoltà, partite che non siamo riusciti mai a sbloccare come Falchi Rossi e i due scontri contro la Nuova Aiello, la partita casalinga contro il Decollatura, sotto di 2 gol e vinta 4 a 3 all’ultimo secondo, lo scontro diretto contro il Cus vinto in casa 2 a 1 in una partita aperta fino all’ultimo minuto, per passare alla prima sconfitta a Decollatura, ma nonostante tutto abbiamo sempre saputo gestire ogni momento, perché uno dei fattori che ci ha contraddistinto su ogni avversario era il carattere, la voglia di vincere, la consapevolezza che eravamo superiori a tutti e che solo noi potevamo perdere questo campionato. Però, se devo indicare una partita in cui era fondamentale vincere per evitare scivoloni dico la partita contro il Komunicando, all’andata. Partita da recuperare di mercoledì, dove alcuni atleti lavoravano, uscivamo dal periodo covid e questo non ci ha permesso di allenarci per 3 settimane, ma grazie alle operazioni di mercato condotte da Ramunno, che ha portato in rosa Gianpaolo Micieli, Bruno Irace e Armando Lanzillotta, siamo riusciti ad ottenere il massimo risultato e a consalidare il primato in classifica.
Sappiamo che non sei solito soffermarti sui singoli e fare nomi, ma un gruppo del genere in Seconda Categoria è difficile trovarlo. Noi parliamo della certezza De Marco, della sicurezza di Magnone, dell’esperienza di capitan Baulè, del genio di Caruso, della “rotesità” di Zicarelli e dalla doppia veste redditizia di Ramunno. Cosa puoi dirci tu, invece, dei tuoi ragazzi?
I nomi che hai citato fanno già capire che è una squadra fuori dal normale per questa categoria, ma un conto è fare una formazione tipo e un altro è farli convivere con lo stesso obiettivo. Insieme al resto della squadra si è creato un mix perfetto per ottenere il massimo risultato. La determinazione di ogni singolo giocatore ha fatto in modo di vincere ogni singola partita. La maggior parte delle partite siamo andati in difficoltà, ma siamo riusciti sempre a rialzarci grazie al gioco di squadra e alla complicità che si era creata, ottenendo anche vittorie negli ultimi dieci minuti di gara, che alla fine sono diventate le vittorie più belle di questa stagione.
Tre gare per chiudere la stagione, poi la Supercoppa Provinciale. Ma questo Rota Greca dove vuole arrivare, cosa vuole fare da grande? E mister Franzese che ambizioni ha per il futuro?
In queste tre gare cercheremo di uscire sempre a testa alta al di là dei risultati, vogliamo affrontare ogni sfida con lo spirito che ci ha sempre contraddistinto, la fame di vittoria. La Supercoppa potrà essere solo la ciliegina di un’annata spettacolare, vincerla significherà molto per me e per i ragazzi, ma già esserci sottolinea che abbiamo già raggiunto l’obiettivo prestabilito dalla società ad inizio stagione. Il Rota Greca ha un progetto nuovo e vincente, ha alle spalle una società ambiziosa e vuole sicuramente trovarsi pronta per la prossima stagione, ma questo è solo un discorso che affronteremo con calma a fine stagione, ora dobbiamo pensare solo a festeggiare, perché è quello che ci meritiamo. Io, personalmente, non mi sono posto limiti o traguardi, resto a disposizione della società, voglio solo migliorarmi di anno in anno, cercando di imparare più possibile da miei giocatori, che posso solo ringraziare per le emozioni che mi hanno regalato, e per tutto quello che mi hanno insegnato, sia in allenamento, che la domenica.